Quindi

in quei giorni anche Jin si era fermato. Di punto in bianco, lì, per strada, si fermò. D'improvviso si accorse del silenzio che lo attorniava. Un silenzio quasi assordante. Basito. Sgranò gli occhi. Si guardò intorno. Pressoché il deserto. In giro sembrava non esserci quasi nessuno. Qualcuno col cane. Qualcuno senza, ma con un sacchetto della spesa in mano. Macchine pochissime. Anche l'olfatto, si accorse che si respirava meglio e si poteva quasi sentire qualche profumo in più. Di rumore invece molto meno. Ma non c'era il silenzio assoluto. Anzi. Si sentiva pure qualche uccellino cantare, cosa rara in una città come quella. Un fatto quasi straordinario. Spaesato ma contento. Non sapeva bene cosa fare. Prima di decidere la sua mente vagò altrove. Si chiese come le sensazioni che stava provando sarebbero state ancora migliori in un luogo con minore presenza umana e maggiore presenza di natura. Iniziò anche a cercare di provare queste sensazioni. Stava volando troppo con la testa, e va bene che c'erano meno macchine in giro, ma non erano assenti del tutto, e non era quindi il caso di fermarsi in mezzo alla strada, anche se era sulle striscie. Finì di attraversare. Poi dietro quel cancello rivide quel campetto di calcio, di solito popolato di bambini o ragazzini. Un pallone solitario attendeva al centro del campo. Non lo aveva mai attratto troppo quel gioco, ma vedere quel momento di solitudine gli spiaque. Un pallone solitario a centro campo. Un giorno avrebbero ripreso a prendelo a calcio, c'era solo da aspettare. Nel frattempo cercò di ritornare verso un alloggio e capire cosa stava succedendo.

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