Ora

da scrivere in questo periodo ce ne sarebbe eccome, ma risulterebbe qualcosa di lamentoso e niente più. E non sono qui a scrivere di questo, per questo, o quantaltro. Stavo pensando anche a quanto tempo passo a guardare i vari siti di mappe, o più semplicemente google maps, in particolar modo la sua street view. Mi capitò qualche anno fa di vederne anche una in azione a San Giuliano Milanese, dietro la stazione, e forse anche un'altra in giro per Milano. Se non sbaglio bianche, e ovviamente con sul tetto tutti dei trabiccoli che poi son le telecamere grazie alle quali vediamo le immagini sul sito. E lì mi ci perdo. A girare per le strade. Alle volte è letteralmente un po' macchinoso, si muove a scatti (manca una certa fluidità tipica dei videogiochi), manca anche un movimento laterale, che se poi ci si aggiungesse anche il poter saltare diventerebbe proprio un videogioco. Tipo quello in cui direzioni una capra e la fai correre un po' ovunque. Ma sarebbe anche troppo. Divertente intendo. Guidare una capra in ambienti reali. Ma sto andando forse troppo di fantasia. Mentre poco tempo fa ho scoperto che Milano, anni orsono, non era divisa in quartieri bensì in sestieri, i quali a loro volta erano divisi in ulteriori cinque parti, e che alla fine nel sestiere di Porta Romana vi era la contrada delle Capre, vessillo giallo e nero come nell'immagine.
Ora, per quanto google abbia mappato il mondo non arriva indietro nel tempo, ma tanto basta per perdermi ad esplorare diverse zone. In particolar modo ultimamente mi sono perso molto a scorrere il Mani, il "dito medio del Peloponneso"... già ora starei scappando lì, anzi sono lì con la testa... non nascondo che un pensiero ad andarci ad abitare proprio non mi dispiacerebbe. Ma meglio non andar troppo di fantasia, che non costa, ma poi tornare con i piedi per terra è molto difficoltoso. Quindi visto che google non provvede a mappare i tempi antichi meglio mettersi a cercare le piantine che altri esseri umani ci hanno lasciato. Se ne trovano tante in giro e proporne anche una sola è difficile... Kyoto, rappresentata nel 1863 da Takebara Kahei (ovviamente immagine in pubblico dominio).

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