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poi Jin era lì lì per arrivare alla prima stazione, quella che sarebbe potuto scendere e cambiare treno per altre destizanioni ben lontane, scendere e prendere uno di quei treni sotterranei che passano per la maggior parte direttamente sotto le città, oppure rimanere direttamente sullo stesso convoglio e proseguire per uno dei paesi limitrofi. Fatto è che in quei pochi minuti di superficie si era messo anche a piovigginare, non molto a dir il vero, ma non aveva l'ombrello, e di inzupparsi ancora in partenza non ne aveva molta voglia. Aveva sentito che a solo due tre fermate si trovava una vecchia abbazzia con tanto di affreschi di qualche secolo prima in un contesto bucolico. Sì, la cosa lo attraeva molto. Era molto indeciso. D'altra parte anche andare a curiosare la moltitudine di statue poste sui fianchi esterni della chiesa principale della città da cui stava uscendo non sarebbe stato male. E avrebbe potuto prendere uno di quei treni sotterranei che gli erano venuti in mente poco prima. Statue contro affreschi. Urbe contro bucolicità. Nel mezzo due tipologie di convogli e di strada ferrata. Che poi gli avevano detto che in altre città, di quelle che si adagiano sui colli, vi si potevano trovare anche altre tipologie di convogli. Non tanto i tram, di quelli ne aveva provati almeno di tre tipologie solo nel paese che stava curiosando. I primi, quelli più vecchi, avevano un'aria molto demodé, panche lignee sui lati, lampadari vezzosi, strano volante per il conducente, forma molto da carrozza ferroviaria dei tempi. E sopratutto scalini d'ingresso che si doveva essere scalatori professionisti per salire. I secondi, più recenti, avevano sempre una gigantesca scalinata per entrarvi, ma erano molto lunghi, anche tre convogli, e all'interno i sedili orientati verso il senso di marcia. I terzi infine, sempre molto lunghi, quanto e forse più che i secondi, ma almeno più allineati al terreno e più agevoli, inoltre qualche posto a sedere disposto come il primo modello. Diche che la stessa fabbrica ne abbia prodotti anche altri modelli, per una città lontana circa duemila chilometro, con una variante: le porte d'ingresso disposte su entrambi i lati; sacrificando qualche posto si possono utilizzare entrambi i sensi di carreggiata ed evitare di costruire rotonde burlone ai capolinea. Questi almeno erano i mezzi che aveva provato. Poi appunto anche quelli che corrono in verticale, trainati da cavi o sfruttando ingranaggi. Curiosamente alcuni di questi si trovano in città di mare, e quanto gli mancava il mare... Ormai quasi in stazione gli rimase in testa l'odore di salmastro, e pensare che da quello stesso luogo partono treni per quelle stesse città...

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