Un passo alla volta

Camminando lungo un sentiero che potrebbe esser di montagna ma anche di mare, forse una scogliera con da un lato, facciamo il destro, i monti che si inerpicano e dall'allaltra la scogliera con i flutti del mare che scagliano lungo la costa a scolpirla nel tempo. Il sentiero non è molto impervio, stretto sì, ma non è in salita. Qualche leggera curva, lievemente scavato come se vi fossero passate tante persone, ma non in quel momento in cui nessuno sembra esservi ne davanti ne dietro. In solitaria si potrebbe dire. Talmente in solitaria che le gambe vanno avanti da sole senza bisogno di guardare dove i piedi devono mettersi, lo sanno da soli, le gambe vanno da sole. Il paesaggio è bello ovviamente, ma gli occhi non hanno bisogno di guardare, hanno ciò che gli basta, i colori brillanti e perfettamente fusi tra loro. Un passo dopo l'altro e il respiro prende il sopravvento, aria pulita che ripulisce l'interno facendo sentire più a proprio agio anche l'esterno. Il cervello può totalmente andare in automatico senza che la mente debba intromettersi inutilmente aggravando di lavoro inutile il resto del corpo. I sensi, bastano quelli per star bene. Semplicemente viverseli senza la presunzione di dover dare un nome a tutto, di dover trovare inutili perché, senza altezzosamente innalzarsi ad esseri superiori come se la terra gliene fregasse poi un qualcosa di noialtri. Quindi meglio lasciare che i passi vadano avanti e respirare i flutti.

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