Re Start


Si comincia.

Dall'inizio, dalla fine o dal mezzo. Intanto si inizia, ché se si vuole arrivare la prima cosa da fare è partire. Poi, se del caso, si pensa a dove arrivare.

Un buon inizio è il caos, non pretendere di mettervi ordine da subito e neanche mettersi ad osservarlo. Il solo guardarlo implicherebbe un metodo, delle scelte, nella maniera in cui lo si osserva, e di conseguenza si condiziona il risultato di ciò che vediamo. L'osservazione condiziona. Non che sia sbagliato in sé, se fatta con consapevolezza ed obiettivi può esser la strada corretta, come in una ricerca scientifica: su delle basi formo delle ipotesi e tramite l'osservazione di determinati eventi ne cerco conferma. Ovviamente si escluderebbero una buona parte di elementi non utili alla stessa. Appunto. Non è questo il caso. Ora mi interessa il caos di cui sopra. Senza in questo loco dovervi mettere un ordine assoluto. Anzi. Immergersi. E di volta in volta far emergere ciò che deve. Esercitarmi a mantenere un po' di scrittura, mantenerla. Tante parole, ma in fondo è quello che si fa mantenendo un diario, od un blog. Mi piace di più l'idea del disordine e del viverlo. Il conviverci anche, senza, come sopra dicevo, cercare di ordinarlo. Sarebbe forzoso, inutile. I boschi sono disordinati. Le coste sono disordinate. I prati sono disordinati. I fiumi e le montagne sono disordinate. Anche le città umane sono disordinate. La lingua umana un continuo mutare, disordinato. La società umana in toto è disordinata. E io che in fondo sono un essere umano? Sono disordinato.

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